Architettura

L'abitato di Riola Sardo si adagia sulla sponda sinistra del corso d’acqua Rio Foghe, tributario dello stagno Cabras.
Il centro storico di Riola è caratterizzato dalla casa tipica campidanese, costruita con i mattoni di terra cruda denominati "ladiri" o "ladrini". La casa padronale con la corte e con i locali ad essa connessi è suddivisa in due aree ben definite: la prima, che comprende la casa, i locali a servizio della casa ed un cortile, il tutto completamente racchiuso entro muri di mattoni crudi, e la seconda, che comprende un cortile retrostante che fungeva di solito da orto.
La struttura portante della casa e dei locali ad essa connessi è costituita con fondazioni di pietrame legato da una malta di fango (raramente con malta di calce), le murature in mattone crudo "ladrini", gli stipiti e gli architravi delle porte e delle finestre della casa sono realizzati in pietra lavorata (arenaria, più raramente basalto). Il prospetto della casa di solito segue l’andamento della via sulla quale prospetta. Le case padronali, per simboleggiare la raggiunta solidità economica, arricchivano la tipologia dell’edificio con l’aggiunta di un corpo rialzato; infatti, questa scansione del ritmo orizzontale degli edifici è solo in funzione economica. Nel cortile retrostante la casa si trovavano il frantoio e i locali destinati ad uso agricolo o a deposito di botti e damigiane. All’esterno di questi locali, e da essi separati da una grossa striscia della corte, era posta la stalla per i cavalli e quella per i buoi ed il fienile. Il grande spiazzo della corte offriva da un lato l’ingresso col vasto portale profilato in arenaria e con architrave di sovente in travi di castagno o ginepro, più raramente in pietra arenaria. Era un loggiato vasto dal quale si accedeva alla corte. Il portale metteva in comunicazione la corte con la strada ed era collocato sullo stesso lato della facciata della casa.
Le case signorili
Nel retro della parrocchiale si erge la Casa Carta, risalente al XVII secolo, antico edificio che ha conservato nei secoli inalterato il suo fascino di residenza aristocratica e oggi sede dell'Hotel Lucrezia di proprietà della famiglia Carta. La casa è una tipica residenza campidanese espressione di uno tra i ceti sociali di rango elevato. La struttura presenta all’interno un vasto loggiato (sa lolla), con il pozzo per l’approvvigionamento idrico e gli ambienti circostanti per la conservazione delle derrate agricole, del vino e degli strumenti di lavoro. Gli ambienti residenziali, illuminati da finestre rettangolari aperte sulle vie pubbliche, si dispongono su due piani, segno evidente della particolarità e nobiltà della casa in un panorama urbano di abitazioni a piano terra.
Sulla Via Regina Margherita è presente un’altra casa signorile (fine secolo XIX) ma in totale stato d’abbandono. La struttura, in mattoni crudi (ladiris), poggia su uno zoccolo di pietra rivestito da un intonaco superficiale bianco che in corrispondenza del basamento è decorato da un falso bugnato grigio, mentre dei finti blocchi, alternativamente rosa e avorio, sono realizzati all’estremità laterali della facciata ed in rapporto alle tre finestre ed alla porta, decorata da pannelli intagliati e impreziositi con motivi floreali geometrizzati.